Ogni mobile ha la sua lucidatura

lucidatura mobileLa lucidatura rappresenta la fase finale di qualsiasi intervento di restauro: va quindi effettuata solo a completamento di tutti gli altri passaggi, quando il mobile è già stato riportato al suo aspetto originario.
L’importanza di un accurato lavoro di lucidatura, quindi, nasce dall’esigenza di quel “tocco finale” in grado di esaltare lo splendore del mobile e gli effetti benefici di quelle operazioni che ne hanno riparato i danni, uniformato il colore e reintegrato le parti mancanti. La lucidatura è un procedimento articolato che consta generalmente di tre fasi: la pomiciatura, la lucidatura e la brillantatura.

La pomiciatura ha un’azione levigante che richiude i pori del legno e liscia le superfici preparandole a ricevere i trattamenti successivi: questa operazione va eseguita con l’utilizzo di pomice in polvere ed è destinata prevalentemente alle parti reintegrate con legno nuovo. Si passa poi alla lucidatura vera e propria, per la quale esistono tecniche che differiscono fra loro per procedimento e materiali utilizzati: la scelta della tecnica più appropriata dipende sempre dal tipo di mobile da lucidare.

La lucidatura a gommalacca si esegue con l’ausilio di un materiale naturale detto appunto “gommalacca”: questa sostanza deriva dalle secrezioni di una particolare cocciniglia asiatica chiamata “cocus lacca” e viene commercializzata in varie versioni. Il formato più diffuso in commercio è rappresentato dalla gommalacca in scaglie, che va sciolta in alcool ed applicata a pennello oppure a tampone. Per far brillare un mobile rustico in legno d’abete, di olmo o di rovere non particolarmente pregiato è possibile optare per la lucidatura a pennello: in questo caso tutte le superfici del mobile devono prima essere trattate con un pennello intriso di gommalacca, e poi rifinite con cera d’api. Nella maggior parte dei casi, i mobili appartenenti a questa categoria non necessitano di pomiciatura, poichè il legno di cui sono composti ha i pori naturalmente aperti.

Per lucidare un mobile antico o particolarmente ricercato (come quelli in noce o altro legno pregiato), la metodologia più adatta è invece la lucidatura a tampone. Questo procedimento prevede la stesura della gommalacca su tutto il mobile con l’aiuto di un tampone artigianale, preparato avvolgendo una pezza di dimensioni variabili in un tessuto di lino o di cotone. Per una maggiore maneggevolezza, è consigliabile disporre di un tampone più piccolo per la lucidatura degli intagli e delle piccole parti e di un altro tampone più grande per il trattamento delle grandi superfici (come il piano di un cassettone o di un tavolo). Nella lucidatura a tampone, il trattamento di pomiciatura si avvale della sinergia fra la polvere di pomice e di una soluzione di gommalacca molto diluita (1 etto in due litri di alcool): la pomice deve essere spolverata sui pori del legno e poi premuta energicamente con il tampone imbevuto, affinchè la polvere possa bagnarsi di gommalacca e riempire i pori come una specie di stucco. Occorre chiudere tutti i pori del legno per ottenere sull’intero mobile una superficie perfettamente liscia: solo a questo punto sarà possibile passare alla vera e propria lucidatura a tampone. A tale scopo si deve utilizzare un nuovo tampone, intriso di una soluzione di gommalacca meno diluita: questa “versione” più densa della gommalacca (1 etto in 1 litro di alcool) va poi passata in più mani su tutto il mobile. Indurendosi, la sostanza lascerà una patina lucida che enfatizzerà tutte le sfumature e le venature del mobile. E’ un’operazione delicata che richiede tempo, perizia e pazienza: fra una mano e l’altra devono passare alcuni giorni, affinchè ogni strato di gommalacca possa indurirsi in modo ottimale. Ogni passata deve seguire il senso delle venature con movimenti circolari; per evitare sbavature ed altre imperfezioni, il tampone deve essere sempre ben strizzato.

Terminata la fase di lucidatura si procede alla brillantatura, per la quale deve essere approntato un nuovo tampone. Questa operazione finale serve a perfezionare la brillantezza delle superfici eliminando allo stesso tempo eventuali difetti lasciati dal tampone in fase di lucidatura. Per la brillantatura si usa una soluzione di gommalacca meno densa (1 etto in due litri di alcool) che deve essere passata su tutto il mobile con tocchi rapidi e mano leggera. A questo punto il nostro mobile antico è pronto per riprendere il suo posto e brillare con rinnovato splendore.