Mobili antichi: sverniciatura e restauro

Se avete un mobile antico che nel corso del tempo ha perso il suo splendore e ha accumulato anno dopo anno una patina opaca bisogna correre ai ripari. Esistono varie metodologie per far recuperare alla mobilia d’antiquariato la lucentezza di un tempo ma sicuramente quella adoperata più frequentemente più è la lucidatura con gommalacca a tampone.

tavolino-dec-in-fase-di-restauro___1.jpgOvviamente la lucidatura è l’ultima operazione da effettuare relativa ad un restauro e viene eseguita solo dopo aver concluso tutte le fasi come ad esempio l’integrazione delle parti mancanti e il trattamento contro i tarli.
La gommalacca ha un’origine di tipo biologico. Infatti viene secreta dall’insetto noto col nome di cocus lacca che popola le zone dell’Asia meridionale. Si tratta di una cocciniglia che si nutre della linfa di alcune piante e per proteggersi dall’attacco dei predatori, mentre si procura il cibo, crea attorno a se un guscio di lacca.
Viene solitamente commercializzata a scaglie aventi un colore ambrato oppure più chiaro oppure talvolta, si può trovare già pronta all’uso in soluzione. Ha il vantaggio di donare alle superfici una lucentezza del tutto singolare e al tatto risulta asciutta e vellutata.

La vernice si prepara facendo sciogliere le scaglie in alcool avente una gradazione pari a 94° oppure superiore con un a percentuale che oscilla dai 100 ai 200 grammi di lacca per litro di alcool. Questa soluzione può essere conservata a lungo se chiusa ermeticamente in una bottiglia di vetro e posta in un luogo fresco al riparo da fonti luminose.
La gommalacca può essere stesa sul mobile da lucidare sia a pennello che a tampone. Il metodo da scegliere dipende strettamente dalla tipologia di complemento d’arredo da rifinire e dall’aspetto finale che si desidera ottenere.
I mobili dall’aspetto rustico in olmo, abete, rovere o castagno che hanno i pori aperti si lucidano a cera, si passano con una mano di gommalacca a pennello e successivamente si rifiniscono con la cera naturale d’api in pasta. Invece se il restauro deve essere effettuato su un mobile antico di gran pregio dalla lucidatura brillante fatto in essenza di noce o in altri legnami costosi, la procedura è totalmente diversa ed è indispensabile eseguire un’attenta lucidatura a tampone.
Alcuni chiamano questo tipo di lucidatura a stoppino o alla francese ma è la stessa identica cosa. È una tecnica piuttosto complessa che richiede una buona manualità da parte di chi la porta a termine per ottenere un effetto finale eccellente. Per essere ultimata ha bisogno di molto tempo e dedizione e, in passato, alcuni artigiani lasciavano passare anche decine di giorni fra una mano e l’altra di lucidatura.

A volte capita di provocare accidentalmente delle bruciature sulla lucidatura ovvero di portar via con il tampone parte della gommalacca non ancora ben asciugata in questo caso non si può riparare il danno localmente ma è necessario asportare via tutta la gommalacca stesa in precedenza e ripartire un’altra volta da capo.
Prima di iniziare la lucidatura a tampone bisogna procurarsi della pomice in polvere che servirà per chiudere tutti i pori del legno.
Il tampone è fatto da un cuscinetto in lana naturale avvolto in un pezzo di tela di lino o cotone. Le dimensioni del tampone sono proporzionali alla grandezza della superficie da trattare. Prima si versa la gommalacca in una ciotola abbastanza larga da potervi immergere dentro il tampone e successivamente, dopo aver inzuppato il cuore di lana del tampone, si posiziona al centro del telo di cotone e si richiudono i quattro lembi formando così l’arnese da lavoro.
Dopo aver provveduto a passare tutta la superficie del legno da trattare con la polvere di pomice in modo tale da chiudere i pori aperti dell’essenza, si procede con la lucidatura ma solo dopo un paio di giorni dopo.
La lucidatura va eseguita stendendo la gommalacca sulla superficie del legno con il tampone. L’alcool presente nella soluzione evapora quasi subito e lascia sul mobile una sottile pellicola di gommalacca che poco a poco indurisce. La gommalacca mette in risalto tutte le venature del legno regalandogli un aspetto lucido. È consigliabile evitare di adoperare una soluzione ad alta concentrazione di gommalacca e per ottenere un effetto migliore. Meglio utilizzare soluzioni più liquide e stendere molte più mani. La pellicola che si verrà a creare in questo modo sarà molto più resistente nel corso del tempo e la lucentezza ottenuta dal mobile sarà scuramente migliore.
Ad ogni mano stesa di gommalacca bisogna cambiare il movimento eseguito con il tampone. Ad esempio il primo strato va dato eseguendo dei movimenti paralleli mentre la seconda deve essere apposta con un movimento a otto solamente dopo che la rima stesura è asciugata completamente.

lucidatura gommalaccaLa lucidatura con gommalacca a tampone è complessa è richiede una buona dose di esperienza nel settore del restauro. Se avete un mobile di gran pregio da lucidare non fatelo da soli se non avete abbastanza competenza nel settore ma rivolgetevi piuttosto a botteghe di antiquari che da anni eseguono questo tipo di lavori ottenendo risultati eccellenti.
I restauratori professionisti doneranno al vostro pezzo d’antiquariato lo splendore di un tempo senza commettere errori di nessun tipo. il fai da te in questi casi è vivamente sconsigliato a meno che non siate dei professionisti nell’ambito del restauro dei mobili antichi. Il rischio di rovinare il manufatto infatti è molto alto e non vale davvero la pena eseguire un restauro grossolano e poco accurato.